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04.11.2016 - La presentazione del programma di #sic2016 con Bruno Gambarotta

Giovedì 3 novembre il cinema Monviso di Cuneo ha ospitato la presentazione del programma della XVIII edizione di scrittorincittà, incentrata sul tema della ricreazione. 192 ospiti, da Guido Affini a Luisa Zhou, e 182 appuntamenti per una riflessione a 360 gradi su un argomento che si presta a molteplici letture. Ad aprire l’incontro il saluto del sindaco Federico Borgna e dell’assessore alla Cultura Alessandro Spedale, che ha ringraziato tutta la macchina organizzativa del festival, gli sponsor e gli oltre duecento volontari, quelle magliette rosse che nel corso degli anni sono diventate una colonna portante per il festival e un vero e proprio punto di riferimento per il pubblico. Stefania Chiavero, membro del comitato scientifico di scrittorincittà, ha condotto una panoramica sul programma che ha fatto emergere la notevole varietà delle proposte per poi cedere la parola a Paolo Collo, uno dei curatori del festival, e Bruno Gambarotta, che fu ospite del festival nel 1999 e che da allora vi è tornato numerose volte. Con la consueta verve che lo caratterizza, Gambarotta ha condotto il pubblico cuneese in un viaggio del genere letterario del giallo, al quale appartiene la sua ultima opera, una raccolta di otto racconti intitolata Non si piange sul latte macchiato (Manni editori). Si tratta di storie giocate sul fraintendimento, su quell’umorismo involontario di cui lo scrittore astigiano si è detto innamorato. Spunti per i racconti sono stati anche momenti conviviali e di festa nei quali, secondo alcuni studi, c’è un picco di delitti in famiglia. Collo ha poi invitato Gambarotta a una riflessione sul fenomeno del successo del giallo negli ultimi anni. Gambarotta ha spiegato come il genere giallo abbia una serie di vantaggi quali la possibilità di costruire una trama con uno scheletro forte e di raccontare certi ambienti con una potenza tale da farli entrare nell’immaginario collettivo. Ciò che lo affascina maggiormente del genere giallo è la possibilità di raccontare i “misteri d’Italia” di lucarelliana memoria, ossia casi nei quali con un saggio ci si dovrebbe fermare a un certo punto che invece l’invenzione narrativa consente di oltrepassare. Lo svantaggio di questo genere è il poco o nullo spazio per le divagazioni. Il successo del giallo, genere in Italia a lungo considerato di serie B e sdoganato anche grazie all’opera di Fruttero e Lucentini, dei quali Gambarotta si è definito allievo, risiede nell’essere apparentemente realistico e nel prendere per mano il lettore nell’indagine. Gambarotta e Collo hanno sottolineato come i gialli sappiano raccontare le città in maniera unica (ad esempio la Marsiglia di Izzo, la Roma di Manzini, la Parigi di Simenon, la Lisbona di Pessoa) e come molti giallisti abbiano una passione per i dettagli culinari (come non pensare a Montalbán, Rex Stout, Izzo, Simenon). L’incontro si è concluso con la lettura da parte di Gambarotta di alcuni fraintendimenti contenuti nel libro Hitler è buono e vuol bene all’Italia (Longanesi), un’antologia di brani tratti da autentici temi scolastici in cui si mescolano umorismo involontario, ingenuità e malizia.
Le prossime tappe di avvicinamento al festival saranno le riunioni dei volontari, in programma venerdì 4 e 11, e la prevendita dei biglietti, che inizierà lunedì 7 alle ore 10.30 online e presso Palazzo Samone (via Amedeo Rossi 4). 

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